Jun
29
2013
Il Vangelo di questa domenica (Lc 9, 51-62) ci provoca sul senso che diamo al nostro cammino. La vita di ognuno infatti è comunque un itinere, anche per l’uomo che si sente nella monotonia, per chi dice che tutto è routine. In realtà la vita è cammino che ci chiede di andare seguendo o cercando una direzione. Chi rinuncia a questa potenzialità propria dell’esistere fa dei suoi giorni un continuo vagare privo di orizzonte.
Il Vangelo ci dice che Gesù si incammina verso Gerusalemme “indurendo il volto”. Ha una direzione ed assume un atteggiamento per attraversare e raggiungere la meta.
Il termine “indurire” non è da intendersi come un chiudersi o un irrigidirsi piuttosto è da leggersi nel senso di rimanere fermo nella sua direzione e convinzione di vita. Di quale orizzonte si tratta? Gesù va verso Gerusalemme e in tanti gli si opporranno, in modo più o meno lusinghiero, gli stessi apostoli reagendo alla sua decisione gli proporranno alternative più soft. Ricordiamo come Zaccaria aveva profetizzato del Messia quale uomo che avrebbe indurito il volto innanzi agli sputi e agli schiaffi dei nemici. Lui non demorde nel suo cammino anche se questo è irto di difficoltà. È una durezza che mostra il desiderio di Dio cioè quello di volere incontrare e sanare l’uomo ad ogni costo!
Iniziando questo cammino verso Gerusalemme passa proprio per la Samaria, luogo che poteva essere evitato e che, oltretutto, comportava un contaminarsi e non essere più degni di arrivare a Gerusalemme senza avere fatto prima i riti di purificazione. Incontra l’umanità più lontana, quella che viene additata ed etichettata dai perbenisti, da quanti si reputano giusti! È la via di Dio, procede incurante dei giudizi umani, di quelle categorie utili solo a creare divisioni e trincerare gli uomini dentro realtà fittizie, perfetti paradisi artificiali. More...
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