ago
15
2015

Cielo e terra si incontrano

   La fraternità MdS è tornata alla quotidianità, ciascuno nella sua Città, e il Signore continua ad accompagnarci con la sua presenza, lì dove siamo. Lo ricordiamo in modo speciale oggi Solennità dell’Assunzione di Maria al Cielo.

     Certo il ferragosto segna il giorno di riposo per eccellenza, ma è davvero il “tradizionale” sballo della notte di ferragosto a potere raccontare l’uomo? A soddisfare la fame di felicità e di appagamento profondo? Mi pare che continuiamo a porre domande vere a luoghi sbagliati e a caricare di aspettative ciò che di fatto puntualmente si rivela effimero!

      L’uomo contemporaneo continua a cercare il Cielo in una notte d’estate, senza rendersi conto che una notte d’estate è solo una parte, un segmento, di un universo molto più grande. Solo che il puntino, una volta assolutizzato, viene a perdere la sua armonia e bellezza finendo col deludere e l’abbrutire  lo sprovveduto di turno.

      La festa dell’Assunzione ci abilita a pensare in grande, a guardare il Cielo entrandovi pur stando ad attraversare la vita quotidiana. Già l’Incarnazione ha segnato il prorompere del Cielo nella terra, Dio è entrato nella carne umana attraverso la carne di Maria. Ora, con l’Assunzione, Maria è accolta in Cielo e la sua umanità trova piena cittadinanza nella dimora celeste. È questo l’epilogo di un cammino di comunione, di una quotidianità condivisa con Gesù, là dove la relazione fondata sull’amore trasforma l’uno nell’altro.

      È pertanto che la festa odierna rivela la strada aperta ad ogni essere umano, indica la traiettoria che può soddisfare ogni desiderio, in quanto, l’uomo è desiderio.

       Certo la vita rimane un’avventura straordinaria che ciascuno può decidere di percorrere da solo, senza la compagnia del suo Creatore. L’amicizia di Dio viene offerta ad ogni vivente, Lui ha già donato la sua vita, ma accogliere il Dono resta questione di cuore. Ci sono cuori deboli, incapaci di attendere e che non tollerano la condivisione, perché cercano il potere e hanno fretta: l’urgenza propria di chi vive legato alle cose della terra e che appesantisce la sua esistenza ogni giorno di più, cercando di saziarsi di quel che, in definitiva, finisce con l’ucciderlo. 

      Maria accetta la proposta di Dio anche se accogliere il dialogo con il Signore equivale a mettersi in cammino senza avere “com-preso” appieno. Lei manifestando il suo assenso si riconosce “serva” cioè accetta di non governare da sola la propria vita, non ha tutto chiaro eppure si muove. Il primo passo, leggiamo nel Vangelo, è verso la parente Elisabetta, è un andare per condividere la gioia del dono ricevuto. Incontrandola trova una donna che, anche lei, è stata visitata da Dio nel tempo in cui la sua vita era sfiorita, cioè, era povera ed infeconda.

        “Nulla è impossibile a Dio”, quest’affermazione non equivale a forzare la storia, invece, esprime la grande sinergia che si crea quando il disegno di Dio trova il “Sì” della creatura. È Maria, così come Elisabetta, a rendere possibile l’Opera di Dio.

         È straordinaria la gioia che Maria condivide, lei riconosce che il Signore “ha guardato l’umiltà della sua serva”. Non si tratta di un’attestazione di superbia ma di riconoscere che l’agire di Dio è totalmente gratuito, Maria è consapevole di non avere potuto dare nulla in cambio del Dono ricevuto. Non c’è un contraccambio all’Opera di Dio, piuttosto c’è una sinergia attraverso la quale la creatura diventa protagonista dell’Opera del Creatore.

          Cielo e terra si incontrano e il primo segno è la caduta dei potenti di questo mondo: “ha rovesciato i potenti dai troni, ha rimandato i ricchi a mani vuote”. La festa di oggi racconta di come il potere fondato sul dominio non ha più valore, lascia il posto alla condivisione, perfino la natura divina viene, ora, condivisa con l’uomo.

         Oggi la società capitalista esalta il potere di chi detiene l’economia dei flussi di energia e l’estrazione di combustibili fossili sembrerebbe segnare la capacità e la sicurezza di uno Stato. Ma questa è una tipica illusione di potere frutto dell’appropriazione indebita del pianeta terra, a discapito di milioni di esseri umani che pagano con la vita l’opulenza altrui.

         In casi come questo cielo e terra si separano e l’umano si corrompe fino a diventare minaccia per se stesso. Nell’arco di qualche decennio, infatti, i giacimenti fossili saranno in mano a poche multinazionali del mondo arabo e ciò potrebbe essere causa di ulteriori tensioni tra i blocchi intercontinentali. C’è chi - come Jeremy Rifkin - secondo un’economia di comunione, da decenni parla di un potere energetico distribuito, così come potrebbe essere per l’idrogeno, un carburante inesauribile disponibile a tutti e rispettoso del Creato. Un ulteriore caso in cui il potere cede il posto alla condivisione e da cui ne scaturisce la vita.

          Maria ci ricorda oggi che il Regno di Dio è il frutto della comunione ed è necessario che l’umanità torni a riflettere sul senso che sta dando ai propri giorni. Proprio il cammino verso la meta ha un nesso profondo con il valore che diamo al pianeta che Dio ci ha dato in custodia. La bellezza di un luogo dipende, oltretutto, dalla bellezza che portano nel cuore quanti vi abitano.

          Tornano in mente i versi di David Maria Turoldo nella Lettera a Ernst Kitzinger il quale contemplando la Miracolosa leggenda di infinite pietruzze d’oro, ossia il Duomo di Monreale, intitolata alla Vergine Madre conclude con l’esclamazione: “O Sicilia, la Bellezza ti salverà!”.

 

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