dic
30
2011

Da spadaccino a santo: San Bernardo da Corleone

             La chiesa parrocchiale dei Cappuccini di Palermo custodisce l'urna con le spoglie mortali di San Bernardo da Corleone, il santo cappuccino vissuto nel 1600 che ha ispirato il personaggio manzoniano di fra Cristoforo ugualmente passionale e tenace nel portare avanti le cause di Dio.
             Di Bernardo affascina il tratto profondamente umano ed al contempo pieno di Dio. Un uomo capace di far festa e gioire con poco come pure di prendersi cura delle persone che incontrava con una particolare sensibilità per bisogni di ciascuno. Meditando giorno dopo giorno il Libro della santa Croce, così come era solito chiamare il Crocifisso, Bernardo inizia il suo cammino da frate cappuccino lasciando il paese natio, Corleone, percorrendo i diversi conventi della Sicilia occidentale a cominiciare da Caltanissetta. Unico compagno di viaggio sarà il Crocifisso che porterà sempre con sé.
            Il santo corleonese vive il carisma francescano cappuccino dandosi ai servizi più umili, lui che era considerato la prima spada di Sicilia dopo l'ingresso nella vita religiosa si ritrova a cucinare, a prendersi cura dei poveri e degli ammalati. Infatti prima del 1631, anno in cui entra nell’Ordine dei Frati Cappuccini, Filippo Latino, così si chiamava, era un calzolaio ed anche un abile spadaccino che non esitava a metter mano alla spada per difendere le giuste cause, così come a chieder l’elemosina per i poveri ed i carcerati.
            Un animo prodigo lo ritroviamo sin dalla giovane età di Filippo, contraddistinta dal desiderio di spendersi per il bene ed in special modo per la povera gente. La riscoperta del Bene avverrà quando Filippo, dopo avere accettato una sfida a duello, ferisce quasi mortalmente l’avversario. È in quel momento che si renderà conto di avere avuto in mano la vita di un’altra persona, lì riconoscerà in modo decisivo che tale potere appartiene solo a Dio datore della vita. Pertanto Filippo lascerà la spada che gli dava un nome ed una fama importante dinanzi agli uomini, per prendere la Croce ed il nuovo nome che gli attribuiva Dio.
            Bernardo, dirà il Santo Padre Giovanni Paolo II nell’omelia durante la canonizzazione, mai cessava di orare, da questo colloquio ininterrotto con Dio trovava nell’Eucarestia il suo centro propulsore, trovava linfa vitale per il suo coraggioso apostolato, rispondendo alle sfide sociali del tempo, non scevro di tensioni e di inquietudini. Anche oggi il mondo ha bisogno di santi come Fra Bernardo immersi in Dio e proprio per questo capaci di trasmetterne la verità e l’amore. L’umile esempio di questo Cappuccino costituisce un incoraggiamento a non stancarci di pregare, essendo proprio la preghiera e l’ascolto di Dio l’anima dell’autentica santità.
            Una esortazione che rimane attuale e che insieme vogliamo accogliere credendo che il cambiamento sociale dipende dalla disponibilità di ciascuno e dal coraggio di abbandonare le armi del potere e del sopruso.  

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