gen
31
2016

Quale sarà il tuo OGGI?

      Una pagina di profonda tenerezza è quella che apre la Parola di Dio di questa IV domenica del tempo ordinario con la dichiarazione che Dio fa a Geremia: «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto» (Ger 1, 4ss).

     Pensare che il Padre vive in attesa dei figli che ancora non sono, è il desiderio di Dio a precedere la vita di ogni essere umano!

      Sentirsi desiderati è la forza che regge la vita di ogni persona e questo riconoscimento legittima la missione che, successivamente, Dio affida: «oggi io faccio di te come una città fortificata… contro tutto il paese». Seppure a primo acchito potrebbe passare un’immagine guerresca in realtà è una chiarificazione che permette di dare ordine e forza alle cose della vita.

     Fino a quando cercheremo nell’altro il riconoscimento che solo Dio può attribuirci, l’esistenza trascorrerà in una sorta di mendicanza e, conseguentemente, aggressività per la delusione ricevuta.More...

gen
10
2016

Riconoscersi nella precarietà

       La festa del Battesimo di Gesù che celebriamo in questa domenica, ci rivela in modo nuovo il mistero del Natale. Se la nascita di Gesù manifesta l’ingresso di Dio nella precarietà umana, il battesimo rappresenta il Suo avvicinarsi fino alla comunanza (nel senso di “prendere su di sé”) con il peccato dell’uomo.

      Gesù è già entrato nella storia dell’umanità, Dio si è già compromesso, ha già assunto un corpo di carne, ha già mutato la sua condizione eterna, ed ora esplicita ulteriormente fino a che punto sarà disposto a sostenere la relazione con la creatura!More...

gen
3
2016

Donare la Luce è accogliere la Luce

      Seconda domenica del tempo di Natale, viviamo ancora il clima di festa segnato dalla nascita del Redentore. Oggi meditando la Parola vogliamo soffermarci su un aspetto consequenziale alla Natività e cioè il dimorare di Dio in questo mondo.

      La prima lettura dal libro del Siracide (24,1-4.12-16 ) ci dà un’indicazione preziosa: «Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele, affonda le tue radici tra i miei eletti” ». Il dimorare di Dio in mezzo a noi viene dunque raffigurato come una tenda piantata le cui radici sono sparse tra l’umana gente. Non si tratta di una fondazione ben strutturata, come una palificazione volta a costipare il terreno e a rendere ben saldo un fabbricato. Non è un piano di urbanizzazione in calcestruzzo la cui cementificazione offende il Creato.

     No, il presentarsi di Dio assume tutt’altra forma: è un attendarsi. Come a sintonizzarsi con la precarietà del vivere umano volto a continui cambiamenti e all’itineranza. I progetti di vita schematizzati e basati sul dominio e sulla brama di conquista sono fallimentari proprio perché non rispondono all’indole profonda dell’animo umano. L’avventura della vita è ben altra cosa e la ricerca di senso e felicità ha bisogno di una fonte ben diversa per trovare risposta. L’Annuncio missionario non passa, forse, per questo atteggiamento di ascolto continuo del soffio dello Spirito che porta dove Lui vuole?More...

gen
1
2016

La responsabilità di generare

        È un gesto di affidamento fiducioso il cominciare il nuovo anno con la celebrazione della solennità di “Maria Madre di Dio”. Prima di tutto il titolo mariano ci dice la grandezza di Gesù, Lui è Dio ed è per questo che Maria assumerà tale attributo e, in secondo luogo, indicarla quale “Madre” mostra la ricerca, in lei, di orientamento per la propria vita.

       Maria, ci rendiamo ben conto, non è stazione di arrivo, lei è “stazione di passaggio” cioè mediatrice che porta al Signore e rigenera alla vita di misericordia.More...

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