mag
22
2016

La logica del Bene è trinitaria

    Lo Spirito Santo racconta la storia trinitaria, ci manifesta chi è Dio e con quale desiderio Lui si apre all’umanità intera.

La solennità della Santissima Trinità ci spinge ad immergerci nella contemplazione del mistero di Dio. Pensare che il testo evangelico più esplicito, a riguardo, è quello in cui Gesù invia i suoi a battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (Mt 28, 19), come a dire che l’immersione nel battesimo è ingresso nella vita trinitaria.More...

ott
5
2014

La Chiesa ascolti i battiti del tempo

      Quali i frutti della nostra missione?In questa domenica, giorno di apertura del Sinodo sulla famiglia, ci viene proposta una interessante pagina evangelica inerente alle responsabilità della nostra vita. L’esistenza è compito e dono, responsabilità e fiducia, azione ed attesa. Sono tutte dimensioni che si intrecciano nella vita del credente il quale, per rimanere discepolo, è chiamato a vivere questa continua tensione trascrivibile nel “già e non ancora”.More...

mag
26
2013

"Me l'aspettavo": il sorriso di don Pino

         Stiamo vivendo in questi giorni un’esperienza straordinaria, il nuovo raduno dei Missionari di Strada è segnato da due Eventi-segno del tutto straordinari la beatificazione di don Pino Puglisi che abbiamo celebrato stamane e la solennità della Santissima Trinità propria di questa domenica.
In entrambi gli eventi in modo straordinario ci viene rivelato il volto di Dio. La relazione che Lui stabilisce e desidera avere con ogni essere umano, la sua conoscenza che è, al contempo, conoscenza di noi stessi e della nostra identità.
         In primo luogo per conoscere Dio bisogna comprendere quel che è stato detto e rivelato da Gesù, bisogna comprendere come l’amore resta vivo in questo mondo, infatti guardando Gesù qualcuno potrebbe dubitare che chi dona possa trovare gioia o esprimere appieno la sua vita.
         Il brano del Vangelo di questa domenica, Gv 16, 12-15, racconta di come gli apostoli accolgono la consegna di Gesù. Lui ha detto che di lì a poco sarebbe andato via da loro e questo è colto come la fine di tutto, il cuore è triste perché leggono l’offerta di Gesù ed il suo affrontare la persecuzione come luogo di morte. Gesù rivela loro che il “dove” non è la tomba ma il ritorno al Padre e ancora, dopo l’evento della Resurrezione, quando i discepoli cercheranno Gesù tra i morti, Lui ricorderà loro quanto aveva preannunciato.
           È lo Spirito Santo che permette di cogliere la Verità e cioè di svelare ciò che ingabbia e uccide proprio perché peccato. L’offerta di Gesù diventa così svelamento della logica del male che perde il suo potere, tutti potremmo sentirci minacciati dalla tentazione di perdere la vita, di non valere abbastanza, ed è quando assecondiamo questa insinuazione che aderiamo alle logiche di potere, di egocentrismo, di competizione con l’altro riconosciuto quale rivale e non come fratello.
          Consegnandosi Gesù mostra che la logica dell’amore è superiore al male ed è l’unica logica vera, che cioè realizza l’eternità. Il male invece promette l’eternità felice ed in realtà procura l’infelicità eterna. Per passare dalla logica di competizione a quella della comunione è necessario non cercare di essere importanti, i primi, ma interessarsi all’altro, cercare di fare primeggiare l’altro proprio perché amato. È la logica di competizione a ferire le relazioni fraterne, basti pensare alla vicenda di Caino e Abele, ove il primo invidia che l’offerta del fratello sia gradita a Dio. Legge, infatti, questa gioia e accoglienza del Padre quale principio di disparità e non d’amore. More...

apr
21
2013

La Cura del Bel Pastore

    Oggi celebriamo la Giornata Mondiale per le Vocazioni. Padre Francesco, il Vescovo di Roma, recuperando l’immagine del Bel pastore proposta dal Vangelo (Gv 10, 27-30), indica quale stile è chiamato a vivere ogni Pastore a servizio nella Chiesa. La cura del Gregge secondo il cuore di Dio.
     Penserei da tre dimensioni che ci permettono di sintetizzare lo stile proposto da Gesù. 
     In primo luogo partire dalla dimensione dell’ascolto. Se di Dio si può dire che “In principio è la Parola” dell’uomo si può dire che “In principio è l’Ascolto”. L’essere umano è relazione e ciò significa che non può chiudersi in se stesso per vivere, ha bisogno di mantenersi aperto all’ascolto per trovare la propria direzione di vita, vivere emozioni e nutrire desideri. La persona che pretende di bastare a se stessa volendo diventare “parola” per l’altro, ergendosi ad idolo, di fatto non vive relazioni ma soggioga, manipola, asserve l’altro a se e ciò spegne la propria ed altrui vita. Noi viviamo se permaniamo in ascolto, Gesù dice che il gregge ascolta e riconosce la voce del Pastore che si prende cura. Ascoltare l’altra persona ci permette di cogliere, dal tono e dalla cadenza oltre che dai contenuti, il sentimento che nutre per noi. Ascoltando la Voce di Dio ciascuno può mettersi in cammino perché si sente amato. Il discepolo ascolta e segue, dall’ascolto nasce la sequela.  
      Un secondo aspetto è l’uscire dalla logica di appropriazione. Così oggi ha ribadito padre Francesco: “ricordate che la Parola di Dio non è proprietà vostra, è Parola di Dio. E la Chiesa è la custode della Parola di Dio … per favore, non vi stancate di essere misericordiosi. Con l’olio santo darete sollievo agli infermi e anche agli anziani: non abbiate vergogna di avere tenerezza con gli anziani. …  siete pastori, non funzionari. Siete mediatori, non intermediari. Abbiate sempre davanti agli occhi l’esempio del Buon Pastore, che non è venuto per essere servito, ma per servire, e per cercare di salvare ciò che era perduto”.
Gesù si definisce quale Bel pastore e spiega questo attraverso l’esempio di vita, non è un “bel parlare” come spesso accade, non possiamo nutrirci di “belle parole” anzi queste ci strappano la verità e, di conseguenza, la bellezza della vita! More...

apr
6
2013

L'esperienza pasquale è frequentazione quotidiana

       In questi giorni la liturgia, per un’intera settimana, torna a riproporci le apparizioni del Risorto ai discepoli, come a significare l’insistenza di Dio ed il bisogno di frequentazione di quei fatti per poterli accogliere e comprendere.
          In realtà ciascuno di noi ha bisogno di una frequentazione assidua e quotidiana per potersi affezione a Dio, o meglio cogliere il suo affetto per noi. L’esperienza pasquale appartiene al cristiano che si lascia frequentare da Dio e pertanto si dispone a questa amicizia. Altrimenti la preghiera di un momento o un limitato periodo mai riuscirà ad aprire i nostri occhi e scaldare il cuore.
         In questa domenica intitolata alla Divina Misericordia assistiamo ad un nuovo incontro, l’ennesimo, che sembra darci indicazioni importanti sul come nutrire la nostra vita pasquale.
         I discepoli hanno ascoltato dalle donne il racconto della tomba vuota. Già per chi aveva visto il sepolcro vuoto era stato difficile comprendere, credere che non avessero trafugato il corpo inerme del Maestro, per i discepoli che hanno ricevuto quell’annunzio la comprensione è ancora più difficile!
        Sono disorientati, e ora si trovano nel cenacolo il luogo in cui il Maestro aveva dato loro da mangiare il suo corpo, e consegnato le ultime istruzioni: il comandamento dell’amore ed il significativo gesto della lavanda dei piedi.
       È sera, è la sera di un giorno, in realtà nella computazione ebraica sarebbe l’inizio del giorno nuovo, di fatto indica la sera di un giorno, quello di Pasqua, che non ha tramonto. Si fa sera nel nostro giorno quando non abbiamo più la capacità di vedere, di accogliere la luce.
       Questa è la loro disposizione d’animo, la chiusura, e aggiunge il testo indicando che stanno lì perché presi da paura. Si ritrovano assieme perché dominati dalla paura ed infatti “ognuno sta presso di sé”. È l’esperienza che facciamo noi umani quando viviamo da estranei cioè chini su noi stessi, pronti a difenderci dall’altro, considerato non come fratello ma come potenziale nemico.More...

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